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Avezzano – Borgo via Nuova e Borgo Incile due borghi rurali da ri-scoprire

Chiesa della Madonna di Loreto a Borgo Incile.jpg

di Matteo Binacone

Il prosciugamento del Fucino, portato a termine da Torlonia nel 1876, aveva creato un’ampia estensione di terreni da coltivare. Torlonia gestiva in proprio una grande azienda agricola e affittava a famiglie importanti vasti lotti, che poi venivano frazionati per altri affittuari, che a loro volta subaffittavano o coltivano con l’aiuto di braccianti.

Con la riforma agraria degli anni ’50, che mise fine al latifondo, l’Ente per la Valorizzazione del Fucino e della Maremma, procedette a una ridefinizione dei lotti che vennero assegnati ai contadini che sino ad allora avevano lavorato le terre.

Come scrive Giovanni Pagani in “Avezzano e la sua storia” (consultabile presso l’Aia dei Musei di Avezzano) “E’ bene tener presente che nel 1951 la grande proprietà era divisa in circa undicimila imprese, delle quali una sola, grande di circa duemila ettari, era condotta dal Torlonia direttamente e con i mezzadri, e tutte le altre, piccole e piccolissime, raggiungevano cumulativamente i restanti dodicimila ettari: di queste la metà arrivava a superare di poco il mezzo ettaro di ampiezza. Con la ricomposizione delle aziende è stato portato il minimo di estensione ad un ettaro ed il massimo a quattro ettari…”. Dopo la ricomposizione fondiaria si procedette all’assegnazione delle terre.

Dopo aver assegnato le terre ai contadini l’Ente, dal quale con legge del 1954 si distacca l’Ente Fucino come ente giuridicamente a sé stante, inizia ad affrontare il problema di dare ai coltivatori case adeguate vicine ai terreni. Inizia la costruzione dei “borghi rurali”, realizzati negli anni ’50, e a dirigere il progetto è l’ingegnere aquilano Marcello Vittorini.

Le case per i contadini non vennero costruite come case sparse, ma come insediamenti di tipo accentrato, pensati per la vita sociale della comunità, così accanto alle costruzioni a scopo residenziale nel borgo furono realizzati anche spazi pubblici, quali piazza, scuola, negozi, chiesa.

Così nel territorio di Avezzano nel 1952 venne inaugurato il Villaggio del Bracciante a Caruscino e in seguito Borgo Via Nuova e Borgo Incile. Altri borghi rurali sorsero nel Fucino accanto ai vecchi paesi ripuari, Trasacco, Luco, Ortucchio, San Benedetto e Gioia dei Marsi. In territorio di Celano si sviluppano Borgo Strada 14 e Borgo Ottomila, completamento di strutture già esistenti.

Così anche Borgo Via Nuova e Borgo Incile rispecchiavano, alla loro costituzione, la struttura tipica dei borghi rurali nati dopo la riforma agraria.

Borgo Incile è una borgata situata nei pressi del Nucleo Industriale di Avezzano. Incile nel vocabolario è denominato il punto in cui da un corso d’acqua o bacino idrico inizia un canale di irrigazione o di bonifica, così attraverso l’Incile del Fucino le acque che davano origine al lago vengono convogliate nell’emissario sotterraneo che le fa defluire nel fiume Liri e in parte nel canale destinato all’irrigazione. All’Incile la costruzione idraulica è guarnita da un monumento sormontato da una grande statua della Madonna dell’Immacolata Concezione e circondata da un bel parco, che fu voluto dallo stesso Torlonia. Nei pressi è sorto l’abitato di Borgo Incile negli anni Cinquanta, superando la logica dei vecchi fabbricati rurali, così nel borgo alle case si affiancavano le aree di aggregazione. Nel 1963 venne inaugurata a Borgo Incile la chiesa della Madonna di Loreto, oggi patrona degli aviatori, forse in ricordo di cose passate. Muzio Febonio in Historia Marsorum parlando della strada che da Avezzano conduce verso Luco, dice “poco avanti ………costruita sul modello di Santa Maria di Loreto, a metà strada, si trova un’altra chiesa, anche questa frequentata da un gran numero di fedeli; vi si ammira una bella statua in terracotta, raffigurante la Vergine col Bambino in grembo…”.

Borgo Via Nuova, sito in area suburbana posta a sud di Avezzano, è sorto anch’ esso negli anni ‘50 e nel 1970 è stata completata la chiesa di Sant’Isidoro, a navata unica. Ricordiamo che Sant’Isidoro è il protettore degli agricoltori e intitolare a lui la chiesa rispecchiava le caratteristiche del contesto in cui era stata costruita.

Questi borghi, siti nel territorio del Comune di Avezzano, vennero edificati prevedendo, oltre le strutture di uso pubblico, le abitazioni, realizzate con la ripetizione di un unico semplice tipo edilizio. La casa unifamiliare era strutturata in modo semplice e funzionale, composta da due piani, piano terra con tre vani e primo piano per le camere da letto, comprendeva i servizi e un piccolo spazio esterno. Le case erano raggruppate a blocchi e disposte a schiera, con basse recinsioni.

Le sagre che si tengono ancora oggi nei borghi richiamano un po’ quello che era lo spirito comunitario dei borghi nati negli anni ’50.

Fonti:

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