Riforma catasto: riordino e razionalizzazione del patrimonio immobiliare italiano
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La riforma del catasto dovrebbe consistere – nelle intenzioni del legislatore – in una revisione totale dell’attuale sistema di controllo, classificazione e determinazione delle rendite catastali. Un lavoro lungo e certosino che richiederà nelle previsioni almeno cinque anni di controlli e accertamenti.
Per il raggiungimento di tale obiettivo saranno individuati incentivi e finanziamenti per le attività di accertamento svolte dai Comuni sul proprio territorio di competenza.
La riforma del catasto, ha come finalità ultima quella di mettere a disposizione degli addetti ai lavori strumenti utili a semplificare e velocizzare:
- il corretto classamento di immobili non ancora censiti o censiti in maniera erronea;
- l’attribuzione della corretta destinazione d’uso (la categoria catastale attribuita) di terreni edificabili registrati invece come agricoli;
- l’individuazione di immobili abusivi.
La prima e più evidente novità della nuova riforma catasto 2021, quindi, consisterà nel fatto che ciascun immobile verrà contraddistinto da due rendite: la ‘vecchia’ rendita catastale e una rendita ‘attualizzata’, ovvero, una rendita che terrà conto del valore di mercato.
La seconda novità – che promette di avviare una vera e propria rivoluzione nel sistema del catasto così come lo conosciamo – riguarda gli strumenti e le procedure volte al controllo e alla rilevazione catastale di terreni e fabbricati al fine di far emergere l’ampia sacca di abusivismo presente sul territorio nazionale.
Una ‘riforma degli strumenti di controllo che dovrà facilitare l’individuazione e il corretto classamento degli:
- immobili abusivi
- immobili non presenti nei registri catastali o che siano stata accatastati in maniera errata;
- dei terreni accatastati come agricoli, ma che in realtà sarebbero edificabili.
Fonte- https://www.catastosemplice.it/
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