EPIFANIA significa MANIFESTAZIONE. È la festività che estende a tutta l’umanità – cioé rende evidente a tutti (ma proprio a tutti!) – il senso di ciò che i cristiani riconoscono come l’incarnazione di Dio.
Share0di Gino Milano
EPIFANIA significa MANIFESTAZIONE. È la festività che estende a tutta l’umanità – cioé rende evidente a tutti (ma proprio a tutti!) – il senso di ciò che i cristiani riconoscono come l’incarnazione di Dio.
L’Epifania, dunque, è la narrazione visiva di ciò che il Dio dei cristiani ha voluto fare venendo incontro all’umano e facendosi carne in Gesù di Nazareth.
E qual è il “manifesto” di quella manifestazione? Il Vangelo di Luca lo indica al capitolo 4, nelle parole attribuite allo stesso Gesù, come il grande, unico, vero cambiamento della storia: annuncio di buone notizie per gli impoveriti, gli emarginati; liberazione di coloro che sono oppressi da condizioni materiali e immateriali; condivisione di un tempo chiamato “anno di grazia del Signore”: un GIUBILEO.
Quest’anno l’Epifania è ancora più calzante perché apre a tutti la possibilità di entrare in quell’azione rivoluzionaria che i cristiani riconoscono come messaggio originario di Dio.
L’intuizione del Giubileo biblico parte dal concetto fondamentale del sabato (Shabbat, in ebraico) che significa “riposare”.
L’uomo non è uno schiavo o una macchina per produrre: ha sei giorni per faticare, ma un giorno, il settimo, per riposare e “giubilare” (essere nella gioia, con libertà e creatività, nella condivisione con gli altri umani e la terra in cui abita).
Dal concetto del Sabato, contro la tendenza all’accumulo dei beni e al loro asservimento, venne lanciato il Giubileo dei sette anni di sabati, che esigeva la remissione dei debiti, la libertà agli schiavi e la restituzione delle terre a chi le aveva perdute, riequilibrando una società che veniva strutturandosi sulla disuguaglianza sociale.
Su questo schema Gesù proclamerà un ordine alternativo socioeconomico e spirituale. Ed è il richiamo che il Giubileo 2025 fa ancora a tutti: “rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”. Invocazione a Dio e conseguenziale azione umana.
Oggi l’umanità è imprigionata dentro un sistema economico-finanziario che permette al 10% della popolazione mondiale di consumare il 90% dei beni prodotti, creando miseria per oltre tre miliardi di persone e affamandone un altro miliardo, mentre ingrassa un miliardo di obesi!! Uno degli strumenti per realizzare questa disastrosa situazione è il colossale debito dei Paesi impoveriti: oltre tremila miliardi di dollari che quei Paesi hanno già strapagato con gli interessi e incredibili anatocismi.
“Rimettiamo-condoniamo i debiti iniqui e insolvibili: saziamo gli affamati. Riconvertiamo la produzione di armamenti – che generano divisioni, guerre e violenze – in produzione di beni che apportino fraternità e pace.”
È il senso del Giubileo al quale richiama la Chiesa di Papa Francesco, come mobilitazione e adesione a quel programma rivelato da Gesù Cristo, Epifania di Dio, già in quel Bambino di Betlemme sul quale si posa il nostro bacio del 6 gennaio.