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L’UNIVERSITÀ DELL’AQUILA ULTIMA IN CLASSIFICA TRA I PICCOLI ATENEI ITALIANI . Scusate ma non riesco ad arrendermi a tanta indifferenza .

Dalla pagina facebook del Professor Ferdinando Di Iorio

Nella nostra Città che da sempre è stata simbolo di cultura e che ha visto la sua Università nascere quasi sul riconoscimento unanime che fosse un atto dovuto attivarvi un istituto di alta cultura, sembra che di tutto si parli meno che di questo .

Oggi sono state pubblicate le classifiche CENSIS delle università italiane, già conosciute da alcuni giorni , e con grande rammarico è emerso che la nostra Università, quella vera , L’Univaq è all’ultimo posto in Italia tra i piccoli (purtroppo) Atenei italiani .

Questo è un fatto incontrovertibile .

Ma conoscendo i parametri che portano a queste classifiche mi chiedo se qualcuno, in particolare i politici locali , non si sentano che in colpa per quanto è successo.

Indicherò tra i tanti solo due dei gravi limiti che hanno portato la nostra Università all’ultimo posto in Italia.

Forse bisognava intuire che consentire che alcuni tra i migliori docenti UNIVAQ , con le più alte performance scientifiche e didattiche , si trasferissero armi e bagagli nella nuova meravigliosa creatura del GSSI , avrebbe portato a questo pessimo risultato.

Come era possibile non tener conto che il pietoso stato in cui versa nella nostra Università il diritto allo studio e la residenzialità degli studenti , che ha determinato la giusta reazione dei nostri studenti , non sarebbe stato considerato come un forte limite per dare almeno un giudizio sufficiente alla nostra Università.

La Fondazione Ferrante d’Aragona nel suo fumoso e farraginoso progetto di residenzialità Universitaria quando darà segni di vita mentre gli studenti aquilani cercano di trovare precari accomodamenti in una università così declassata ?

Ma come sempre si parlerà d’altro . Queste cose vengono derubricate di fronte alla vuota presunzione che ha colpito alcune strutture della nostra Università.

Per onestà intellettuale mi sento di dire che il Magnifico Rettore il caro prof. Alesse non ha dirette responsabilità in quello che avviene . Non è stato determinante nella creazione del GSSI e come ha detto all’inaugurazione dell’anno accademico prova profonda sofferenza per quello che subiscono gli studenti .

Riporto alcuni C O M M E N T I

Giandomenico Johnny Cifani

A parte la cronica mancanza di servizi e accoglienza per gli studenti (colpa della politica locale, tutta) oltre alla mancata attivazione del corso di laurea in Scienze forestali (che sarebbe stata ovvia nella “Regione dei Parchi” di cui L’Aquila è la naturale capitale), dopo il terremoto non c’è stata neanche la capacità di attivare corsi di laurea specialistici di ingegneria sismica (che guarda caso hanno attivato altrove) recupero e restauro e geologia. Ciliegina sulla torta il GSSI. Aggiungo che una proposta, formale, per la creazione di un Centro di Studi e Ricerca sui terremoti, gestito da Univaq, CNR, Comune, USRA e USRC è caduta miseramente nel nulla (forse proprio per dare spazio o per non fare ombra al GSSI). Un disastro su tutta la linea.

Pierluigi Caputi

Io non credo nelle politiche “difensive” degli Enti, quando uno di loro non ha forza propria per affermare la sua vitalità è inutile rivendicare ruoli ed egemonia, l’unica strada è investire in capitale umano e servizi.

Giandomenico Johnny Cifani con il quale è nata stima e amicizia a Roio voglio ricordare chi erano i nostri professori.

Schippa, Gavarini, Del Bufalo, Messina ecc. hanno avuto degni successori? Il dibattito sulla trasformazione in super(?)liceo era completamente fuori luogo?

In quegli anni già essere universitario era un privilegio eppure avevamo un circolo a noi riservato dove conoscerci , chiacchierare….

Cosa offriamo oggi?

Avete mai visto i parcheggi a Roio o a Scienze? Esemplificazione di trascuratezza e assenza di una logica unitaria.

Il bel progetto di De Berardinis è Properzi sul San Salvatore?

Il tempo non è variabile indipendente rispetto alla utilità dei risultati prodotti.

Il GSSI ha tentato (senza molto successo) di animare la vita culturale della città, forse con eccesso di snobismo culturale, come ha risposto l’Università con fatti e idee?

La nostra città ha nella formazione una delle sue potenzialità di rinascita…

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