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Abruzzo, dopo la tragedia del Velino lโ€™inutile divieto della Val Majelama

Val Majelama, i pendii da cui si รจ staccata la valanga

articolo di Stefano Ardito 30 Agosto 2021 pubblicato su Montagna TV

La tragedia avvenuta a gennaio sul Velino continuerร  ad avere effetti sui valloni della piรน alta montagna della Marsica. Pochi giorni fa, il 26 agosto, il Comune di Massa dโ€™Albe ha emanato unโ€™ordinanza che prevede il divieto di accesso dal 15 novembre al 30 aprile di ogni anno โ€œper motivi di sicurezza pubblica legati al pericolo di slavineโ€ alla Val Majelama, al Pizzo Cafornia e al Peschio Rovicino.

Come molti ricordano, lo scorso 24 gennaio, quattro escursionisti di Avezzano, Tonino Durante, Gianmarco Degni, Valeria Mella e Gianmauro Frabotta, hanno fatto un errore terribile e che รจ costato loro la vita. Dopo giorni di nevicate e vento forte, e dopo un rialzo della temperatura, hanno scelto come meta la profonda Val Majelama, dominata dai ripidissimi pendii del Cafornia. I quattro erano equipaggiati con piccozze e ramponi, ma non disponevano di ARTVA o di piastrine RECCO. Nessun attrezzo e nessun dispositivo elettronico, perรฒ, avrebbero potuto salvarli quando dai pendii del Cafornia, stracarichi di neve instabile, si รจ staccata una colossale valanga che li ha sepolti sotto a quasi dieci metri di neve. 

Le ricerche, pericolose a causa del rischio di altri distacchi, sono durate quattro settimane, hanno coinvolto centinaia di uomini e donne del CNSAS, del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e di altre strutture, e hanno commosso lโ€™Abruzzo e lโ€™Italia. I funerali dei quattro, il 22 febbraio, sono stati seguiti da migliaia di persone, dentro e fuori dal Duomo di Avezzano. 

Il dolore della comunitร  locale spiega perchรฉ Marsicalive, un sito autorevole e attento ai problemi della montagna, dia la notizia del divieto con un titolo soddisfatto, โ€œmai piรน una tragedia come quella del Velino, Valle Majelama sarร  chiusa per tutto lโ€™invernoโ€. Sulla pagina Facebook allโ€™articolo, firmato da Magda Tirabassi, seguono decine di commenti. E molti dei loro autori condividono la scelta del divieto.   

Come chi frequenta la montagna ben sa, il provvedimento firmato dal sindaco Nazzareno Lucci รจ un errore. Toglie agli escursionisti e agli alpinisti un itinerario suggestivo, e privo di pericoli quando lโ€™accumulo di neve sui lati della valle non รจ eccessivo. Li spinge a cambiare meta, a dirigersi verso il Sirente, il Gran Sasso o la Majella.

In caso di innevamento abbondante e pericoloso, il problema non viene cancellato ma solamente spostato. E poi sui sentieri del Velino, incidenti seri e a volte con conseguenze mortali si sono verificati piรน volte anche in condizioni estive. La soluzione forse รจ chiuderli tutto lโ€™anno? Sui social qualcuno ha scritto che allora bisogna chiudere anche le spiagge, perchรฉ chi commette unโ€™imprudenza puรฒ rischiare di annegare.  

Non sappiamo, ma su questo torneremo, se lโ€™ordinanza del sindaco Lucci sia soltanto un errore dettato dallโ€™emozione, o una speculazione sui sentimenti dei cittadini di Avezzano. Certamente fa parte di un autolesionismo nella gestione della montagna abruzzese che negli ultimi mesi รจ diventato sempre piรน grave e doloroso. 

La chiusura per tutta lโ€™estate 2021 della cabinovia dei Prati di Tivo al Gran Sasso e di quella della Grotta del Cavallone alla Majella, gli impianti di risalita in abbandono di Prato Selva e di Scanno, le guerre tra guide alpine e guide ambientali escursionistiche, le strade di montagna prive di manutenzione hanno dato dei duri ed evitabilissimi colpi al turismo nella โ€œRegione verde dโ€™Europaโ€. Dโ€™inverno, da anni, hanno un effetto analogo le ripetute ordinanze di Comuni come Lโ€™Aquila, Ovindoli e Roccaraso, che vietano lo sci e le altre attivitร  fuoripista, incluse le ciaspolate, dopo delle nevicate abbondanti. 

In realtร , dopo il ritrovamento dei corpi degli escursionisti di Avezzano, la Regione Abruzzo, nella persona dellโ€™assessore Guido Liris, aveva deciso di impegnarsi per la sicurezza in montagna. Eโ€™ stato varato un tavolo di coordinamento tra le forze interessate, sono state proposte una legge per rendere obbligatori, dโ€™inverno, ARTVA, sonda e pala, dei โ€œcancelliโ€ di verifica allโ€™inizio degli itinerari pericolosi, dei programmi di formazione per i giovani residenti in Abruzzo. Ci auguriamo che lโ€™iniziativa della Regione stia andando avanti. Per aumentare la sicurezza in montagna, in Abruzzo come sulle Alpi, lโ€™unica strada รจ aumentare la preparazione tecnica e la consapevolezza del rischio da parte degli utenti. Obblighi e sanzioni di fronte a comportamenti scorretti possono servire, i divieti totali no. 

โ€œMa scherziamo? Si vieta lโ€™accesso in via preventiva magari anche quando non cโ€™รจ neve? Ma dai, allora chiudiamo tutte le montagne dโ€™Italia!โ€ ha commentato Pierluigi Taccone, guida alpina di Avezzano e grande esperto del Velino, dopo la diffusione dellโ€™ordinanza del Comune di Massa dโ€™Albe. Il CAI di Avezzano, invitato dal sindaco Lucci a una riunione che aveva allโ€™ordine del giorno il ridimensionamento dei divieti precedenti, si รจ invece trovato davanti al nuovo divieto invernale giร  pronto. In un comunicato, la Sezione si lamenta di essere โ€œstata sottoposta contro la propria volontร  a una decisione inattesa e unilaterale, senza potersi in alcun modo opporre o far valere le proprie ragioniโ€

In realtร , come chi frequenta lโ€™Appennino ben sa, la questione delle chiusure e dei divieti non riguarda soltanto il Comune di Massa dโ€™Albe, o quello di Magliano deโ€™ Marsi al quale appartengono altri valloni del massiccio. La Riserva naturale Monte Velino, nata nel 1987, รจ stata gestita a lungo dal Corpo Forestale dello Stato, e ora dai Carabinieri Forestali. Al suo interno, negli anni, sono state compiute operazioni importanti come le reintroduzioni dellโ€™avvoltoio grifone, del corvo imperiale e del cervo. La nascita del Parco Regionale Sirente-Velino, che ricomprende la Riserva, non ha cambiato le cose perchรฉ i criteri di gestione dei 3500 ettari intorno alla cima del Velino sono sempre stati decisi dallโ€™Ufficio per la Biodiversitร  di Castel di Sangro. Quasi due anni fa, su questo sito, abbiamo raccontato dellโ€™introduzione nella Riserva del Velino di regole sempre piรน dure per gli escursionisti. Da tempo, allโ€™inizio dei sentieri, dei cartelli minacciano multe fino a 12.500 euro e fino a 32 mesi di reclusione. 

Nel 2019 il divieto di accesso alla Val di Teve, causato dal pericolo di caduta massi, รจ stato allargato a ottobre. Che senso ha, dato che ottobre รจ un mese meraviglioso per camminare sullโ€™Appennino, e che le pietre possono cadere in ogni momento dellโ€™anno dal Muro Lungo, una parete superata per la prima volta sessantโ€™anni fa da Walter Bonatti e Gigi Panei? 

Lโ€™ordinanza emessa il 26 agosto a Massa dโ€™Albe รจ la fotocopia di una comunicazione partita il 23 luglio dallโ€™Ufficio per la Biodiversitร  di Castel di Sangro. Pensare di fare del Velino e delle sue valli una Riserva integrale accessibile soltanto ai ricercatori e a pochi altri eletti รจ certamente legittimo. Una scelta del genere, perรฒ, dovrebbe essere pubblicamente annunciata, e approvata dalla Regione Abruzzo, dai Comuni, dal Ministero della Transizione Ecologica, e magari anche dal CAI e dai professionisti della montagna, a iniziare dalle guide alpine. 

Le Riserve Naturali dello Stato, gestite oggi dai Carabinieri Forestali, e prima di loro dal Corpo Forestale dello Stato, hanno avuto (e hanno ancora) una grande importanza per la natura italiana. Ma รจ giusto che queste forze, che hanno per scopo la tutela dellโ€™ambiente, intervengano in modo cosรฌ pesante, minacciando sanzioni durissime, in materia di sicurezza in montagna? Attendiamo con fiducia una risposta. 

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