Basilica dei Santi Cesidio e Rufino – Trasacco
Share2di MATTEO BIANCONE
La basilica dei Santi Cesidio e Rufino è l’edificio di culto principale di Trasacco (AQ), nella Diocesi di Avezzano. La chiesa ha la dignità di basilica minore ed è stata dichiarata edificio monumentale degno di essere conservato nel 1902.
La tradizione, riportata da Muzio Febonio (1597-1663), oggi discussa, narra che la basilica sia stata eretta sui resti dell’antico palazzo dell’imperatore Claudio, realizzato durante i lavori del prosciugamento del Fucino dell’età romana e probabilmente in abbandono già nel III secolo d.C.
Certamente le origini della chiesa sono legate a vicende molto antiche, risalenti ai primi secoli del cristianesimo, quando Rufino e il figlio Cesidio giunsero nella Marsica per predicare il Vangelo.
Rufino e Cesidio, nati nella città di Amasya nel Ponto, attuale Turchia, professavano la religione cristiana e durante la persecuzione religiosa, ai tempi dell’imperatore Massimino il Trace, furono incarcerati in Turchia e, dopo aver ottenuto la libertà, fuggirono in Occidente, arrivando nella regione dei Marsi, dove iniziarono a predicare il Vangelo.
Si racconta che Rufino, con il figlio Cesidio, all’incirca nel 237 giunse nella Marsica iniziando a creare una comunità di fedeli, che si radunava in un oratorio. All’epoca non sembra possibile parlare di una vera e propria chiesa perché la religione cristiana era osteggiata. Rufino, che Muzio Febonio riporta nell’elenco dei vescovi dei Marsi, si spostò poi ad Assisi divenendo il primo vescovo della città umbra, mentre Cesidio restò a Trasacco. Rufino fu martirizzato nei pressi di Assisi, mentre Cesidio venne poi martirizzato a Trasacco, con gli amici Placido ed Eutichio e altri cristiani che furono ugualmente vittime della persecuzione. Cesidio fu ucciso con la spada e si racconta che gli venne staccato il braccio, custodito ora in un reliquario.
Rufino e Cesidio vengono ora venerati come Santi, Rufino con il titolo di vescovo e Cesidio con quello di diacono.
Dopo il martirio di Cesidio, dall’oratorio si sviluppò nel tempo una chiesa, che poi, nel 937, fu distrutta dall’invasione degli Ungari. Sulle sue rovine fu costruita la chiesa medievale, che ha poi subito nel corso dei secoli varie trasformazioni. La ricostruzione della chiesa fu sostenuta dalla famiglia dei Conti dei Marsi e dai benedettini, essendo stata anche nelle competenze dei Benedettini di Montecassino.
La prima citazione scritta della chiesa di San Cesidio pare sia quella riportata nel 1096 nell’atto relativo alla donazione fatta dal conte Berardo dei Marsi a favore della chiesa stessa, come riportato da Muzio Febonio nel catalogo dei Vescovi dei Marsi, e nel 1188 compare il nome della Basilica di San Cesidio nella bolla papale di Clemente III.
La chiesa prese le forme di una vera e propria basilica e la sua fama crebbe, venendo citata nelle bolle pontificie di Papa Pasquale II e del già citato Papa Clemente III.
Nel medioevo la chiesa vide mutare il suo orientamento da Nord-Sud a Est-Ovest e questo spiega la posizione dei due portali (che chiamiamo degli uomini e delle donne), posti su due diverse facciate, e la loro evoluzione.
La chiesa prese un aspetto definito nel XIII secolo e tuttora diversi elementi riportano alla struttura duecentesca, sebbene numerosi siano stati i successivi interventi, dovuti anche ai vari terremoti che nei secoli hanno colpito il nostro territorio. La struttura duecentesca era a tre navate, divise da robusti pilastri di pietra, a pianta rettangolare.
Nel 1618, per volere dell’abate Cicerone De Blasis, fu aggiunta, alle tre navate originarie, una quarta navata e così l’edificio raggiunse il suo massimo ampliamento. I terremoti settecenteschi portarono sul finire del secolo XVIII agli interventi tardo barocchi degli interni ed anche al rafforzamento del campanile. In tale momento venne anche realizzata la cappella dedicata a San Cesidio, con sovrastante cupola ottagonale dipinta alla fine del XIX secolo.
Alcuni interventi effettuati all’inizio del secolo scorso e poi i lavori di restauro conseguenti al sisma che nel 1915 colpì la Marsica ridussero le volumetrie iniziali e solo con i restauri degli anni ’60 l’edificio ha riassunto le sue caratteristiche più antiche.
La chiesa è posta nella piazza principale del paese. La facciata ha configurazione a capanna, con una finestra a semicerchio e due rettangolari. È arricchita dal portale, detto “delle donne”, conservatosi nei secoli nella sua forma medievale, preceduto da un pronao (quasi un piccolo portico), attraverso il quale si entra in chiesa, accedendo nella navata centrale. Guardando questa facciata principale a sinistra si vede una costruzione più bassa, che copre una parte della facciata stessa, denominata Oratorio della Concezione, aggiunto nel XV secolo, mentre a destra si vede il campanile, scandito in due livelli. La base del campanile, coperta di pietre, ha la forma di una piramide tronca, il secondo livello è costituito da una torretta con la cella campanaria. La chiesa ha due portali, quello delle donne e quello degli uomini, così indicati tenendo conto che anticamente uomini e donne si sistemavano separatamente in chiesa per assistere alle celebrazioni. Il portale delle donne, che come detto corrisponde alla navata centrale, si ritiene risalente al XIII secolo e ha mantenuto un aspetto medievale, mentre quello degli uomini, posto su altra facciata, è prevalentemente di gusto rinascimentale. Il portale delle donne, che viene considerato di scuola marsicana, è ornato da spire di acanto, forme animali e umane, secondo il gusto medievale, richiama in qualche modo il portale della distrutta Chiesa di San Salvatore di Paterno, che è ora conservato nel Museo di Celano. Il portale delle donne era il portale maggiore, le trasformazioni successive ne hanno ridotto la grandezza rispetto a quello degli uomini. Il “portale degli uomini”, che si trova più o meno al centro della parete della navata destra della chiesa, forse in corrispondenza di quello che era l’ingresso della chiesa più antica, fu probabilmente all’inizio realizzato nel ‘400 e poi concluso nel XVI secolo, risulta più grandioso di quello delle donne per le trasformazioni e le aggiunte del periodo rinascimentale che lo hanno avvicinato per stile ai portali aquilani. È scandito a tre livelli con colonne tortili, è attorniato da due grifoni e da decorazioni floreali.
All’interno l’edificio mantiene oggi le tre ampie navate originarie, scandite da pilastri in calcare di colore chiaro, e a sinistra, ponendosi di fronte all’altare maggiore, si trova la quarta navata, secondo l’integrazione fatta nel ‘600. Si entra nella navata centrale dal portale delle donne che all’interno è sovrastato da una cantoria. La chiesa è ricca di altari e opere d’arte e in questa sede è impossibile descriverle tutte.
In fondo alla chiesa l’altare maggiore è posto su un piano sopraelevato rispetto al piano di calpestio della chiesa. L’altare è stato realizzato da un antico sarcofago e dietro all’altare si trova un coro monastico in legno, realizzato nel ‘700. Sulla parete di fondo si apre una bifora trilobata tardogotica.
La chiesa è ricca di elementi artistici risalenti a varie epoche. Ad esempio, tenendo di fronte l’altare maggiore della chiesa, sulla parete di destra si vedono i resti di un affresco quattrocentesco che rappresenta l’Arcangelo Michele, l’ambone (dal quale si leggono le letture) è duecentesco, molto pregiato, in pietra scolpita, mentre la navata centrale ha copertura lignea a due spioventi, costruita nel ‘900, con capriate scoperte e sul legno si vedono decorazioni floreali realizzate su piastrelle di terracotta. La chiesa custodisce il reliquiario d’argento, che conserva il cosiddetto “braccio di san Cesidio”, si tratta dei resti di un osso del suo braccio, che viene baciato dai fedeli il giorno della festa del santo, che si celebra il 31 agosto. Nel ‘500 vennero ritrovate nella cripta posta sotto la chiesa i resti ossei di altri martiri, che sono conservate nella basilica stessa. Nella chiesa è anche esposto un busto di bronzo ricoperto in argento, che rappresenta San Rufino Vescovo con la mitra, che contiene una sua reliquia. Il busto è stato realizzato recentemente e benedetto nell’aprile 2023.
A sinistra dell’altare maggiore si trova la cappella, con soffitto affrescato, creata come già detto a fine ‘700, che custodisce la statua lignea di San Cesidio, risalente al XV secolo, che è posta all’interno di una teca con due ante di legno decorato.
Accanto alla statua una lapide riporta che la chiesa custodisce le reliquie degli amici di Cesidio con lui martirizzati, mentre un’altra lapide ricorda che nella chiesa venne sepolto anche Angelo Maccafani da Pereto, che fu vescovo di Lanciano, che nel 1523 consacrò nella chiesa un altare a San Cesidio. La lapide fu posta per interessamento del pronipote Muzio Febonio nell’anno 1643.
Nell’Oratorio della Concezione si trovano i resti dei monumenti funerari dei Titecii, ovvero della gens Titecia, famiglia che in epoca imperiale fu a capo dell’amministrazione di Supinum(centro abitato che in epoca romana sorgeva nel territorio dell’attuale Trasacco). Si tratta dei resti di un gruppo di lastre decorate da fregi d’armi e insegne militari, ritrovati in zona.
Dalla chiesa si può scendere, in occasione di visite, nella cripta.
Anche la sacrestia della chiesa è interessante, avendo un bel soffitto dipinto e antichi mobili di pregio. La sacrestia fu fatta affrescare nel 1687 e tra le varie immagini si può vedere anche una rappresentazione della chiesa e del paese come erano nel ‘600.
La Basilica dei Santi Rufino e Cesidio rappresenta così un luogo interessante da visitare per la sua lunga storia, che inizia dai primi secoli del cristianesimo, e per il suo valore artistico.
Fonti:
- “Storia dei Marsi” libro terzo di Muzio Febonio, De Cristofaro Editore, Roma, 1991, traduzione italiana da “Historia Marsorum”
- “Catalogo dei Vescovi dei Marsi” appendice del libro secondo della “Storia dei Marsi”, di Muzio Febonio, De Cristofaro Editore, Roma, 1991, traduzione italiana da “Historia Marsorum”
- “Guida ai monumenti storici e artistici della Marsica” di Ignazio Carlo Gavini, Adelmo Polla Editore, Agosto 2000, estratto da “Storia dell’Architettura in Abruzzo” di I. C. Gavini, 1927/1928
- “SAN CESIDIO E “UOMINI E DONNE”” di Matteo Biancone nella rivista della Diocesi dei Marsi “Il Velino – Lo sguardo dei Marsi”
- “San Cesidio” in Catalogo generale dei Beni Culturali sul sito del Ministero della Cultura https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1300036659
- “Basilica dei Santi Cesidio e Rufino” in Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_dei_Santi_Cesidio_e_Rufino
- “Cesidio e compagni” in Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Cesidio_e_compagni
- “Chiesa SS. Cesidio e Rufino” sul sito del comune di Trasacco https://comuneditrasacco.it/chiesa-ss-cesidio-e-rufino/
- “TRASACCO – BASILICA DI SAN CESIDIO E RUFINO” su webmarsica.it https://www.webmarsica.it/basilica-di-san-cesidio-e-rufino/
- “Basilica dei Santi Cesidio e Rufino” sul sito del Ministero della Cultura https://www.beniculturali.it/luogo/basilica-dei-santi-cesidio-e-rufino
- “Chiesa dei Santi Cesidio e Rufino ” su chieseitaliane.chiesacattolica.it https://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=11843
- “Chiesa di San Cesidio” su youcango.it https://www.youcango.it/index.jsp?id=555&dettaglio=379
- Sul sito della associazione “SEMI SOTTO LA PIETRA” https://semisottolapietra.wordpress.com/2020/08/03/la-basilica-dei-santi-cesidio-e-rufino-a-trasacco-un-gioiello-tra-le-montagne-della-marsica/
- “Realizzato a Trasacco il busto di San Rufino che ne custodirà la reliquia: domenica 16 Aprile la presentazione” di Maria Tortora, 14 aprile 2023 su terremarsicane.it https://www.terremarsicane.it/realizzato-a-trasacco-il-busto-di-san-rufino-che-ne-custodira-la-reliquia-domenica-16-aprile-la-presentazione/
- “La basilica dei SS. Cesidio e Rufino in Trasacco (AQ), persistenze fra terremoti e danni bellici” di Francesca Geminiani, in Arkos quinta serie n.23-24 luglio-dicembre 2018, editore Syremont
- “Storia Basilica Santi Cesidio e Rufino” del 10 aprile 2012 Testo tratto dalla Guida Turistica “Trasacco” dell’Archeoclub d’Italia 1996 in basilicasanticesidioerufino.it archiviato su web.archive.org https://web.archive.org/web/20180926014515/https://www.basilicasanticesidioerufino.it/storia-basilica-santi-cesidio-e-rufino.html