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Celano (Aq) – Biblioteca e Museo di Santa Maria Valleverde

di Matteo Biancone

La Biblioteca e il Museo di Santa Maria Valleverde è un polo bibliotecario e museale situato a Celano (AQ), presso il convento annesso all’omonima chiesa, edificata nel 1508, il cui nome completo è “Santa Maria Valleverde dei Riformati”, dalla famiglia dell’Ordine Francescano dei Frati Minori Riformati di San Giovanni da Capestrano.

La biblioteca è strettamente legata alla storia del cinquecentesco complesso religioso di Santa Maria Valleverde. La prima attestazione di un inventario risale al XVII secolo, quando la biblioteca risultava fornita di 160 volumi, di questi 53 erano destinati ad “usum commune” e 107 “ad usum fratrum”.  Al suo interno si trovano libri molti antichi, dai manoscritti alle prime opere stampate (incunaboli e edizioni cinquecentesche), diversi i libri vergati su pergamena, e non solo di argomento religioso.

Nella parte che ospita i libri antichi propriamente detti è possibile ammirare, tra l’altro, delle lettere pergamenacee del XV secolo e libri corali manoscritti, che riportavano parole e note. Tra i vari reperti è presente anche un Vangelo copto manoscritto, arrivato dall’Egitto, che riporta disegni stilizzati dei protagonisti del racconto evangelico, ritratti in modo diverso rispetto alle immagini della tradizione cattolica.

Sempre tra i testi più antichi si trova una copia anastatica, fedele riproduzione del Codex Purpureus Rossanensis, un testo greco del VI secolo contenente un evangeliario con i testi di Matteo e Marco, con una preziosa copertina di legno.

In questa biblioteca si trova anche un eccezionale esempio di scrittura beneventana (grafia minuscola medievale, in uso dall’VIII al XIII secolo, così chiamata perché originaria del Ducato di Benevento). Nel Settecento padre Cesareo da Celano, che fu rettore provinciale, si impegnò a potenziare la biblioteca, alla quale successivamente fu donata anche la collezione di Pietro Antonio Corsignani (1686-1751), donata dai suoi ultimi eredi. Nel 1811 la biblioteca era fornita di 357 volumi, offrendo un fondamentale contributo al percorso di studio dei novizi e alla formazione dei predicatori, tanto che nel 1846 venne dichiarata come “Studio generale di prima classe”, riconoscimento che richiamò studenti provenienti anche da altre regioni. Nel XX secolo la biblioteca s’ingrandì ulteriormente grazie a Padre Osvaldo Lemme e alle donazioni di numerosi cittadini e intellettuali tra i quali Giulio Dragonetti, Giuseppe Capograssi, Ettore Petrolini, Casimiro Centi, Alba de Céspedes.

Nella biblioteca troviamo anche tomi rilegati dell’Ottocento, volumi d’epoca e alcuni autografi di autori italiani, come Alessandro Manzoni, Carlo Collodi, Ignazio Silone, come anche la firma autografa in francese di Lev Tolstoj, datata 13 maggio 1908, posta su un’edizione di Anna Karenina, anch’essa dei primi del ‘900. Tra le varie cose custodite nella biblioteca si trova anche la ninna nanna scritta da Gabriele D’Annunzio per il figlio di Francesco Paolo Tosti. Un arricchimento della biblioteca è derivato dall’aver acquisito l’archivio di Pietro Sterpellone, corrispondente da Mosca del quotidiano “Il Messaggero” a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60 del Novecento, donato ai frati dalla vedova del giornalista, che prima di morire aveva chiesto di consegnare i suoi libri a un ente che potesse conservarli. L’archivio Sterpellone è composto da libri sull’Unione Sovietica, dove era stato corrispondente, ma anche su Israele e il Medio Oriente, dove lavorò al suo ritorno da Mosca, nonché articoli e reportage da lui scritti come inviato del Messaggero in Russia e in Medio Oriente.

Un’ampia sezione è dedicata alla cultura e alla storia della Marsica. Non ci sono solo libri antichi e rari ma anche libri per comuni lettori, che possono scegliere tra una gamma vastissima di romanzi di tutte le letterature. La biblioteca è stata la prima nel territorio marsicano ad aver aderito all’OPAC, il catalogo informatizzato, e al servizio bibliotecario nazionale coordinato dall’ICCU.

La biblioteca, dotata di uno schedario generale,  costituisce un importante riferimento per ricercatori e studenti universitari.

Sempre nel piano superiore del complesso religioso alcuni spazi sono stati adibiti all’allestimento di un museo, inaugurato nel 2015, ricco di opere d’arte e opere sacre, sia provenienti dal convento di Celano sia appartenute ad altri conventi abruzzesi, ora chiusi, appartenuti all’Ordine dei frati minori. Nello spazio espositivo sono esposte, tra l’altro, una scultura di Carlo Canestrari, una Madonna lignea cinquecentesca e un dipinto del Quattrocento di piccole dimensioni della Vergine di Andrea De Litio. Sono anche esposti antichi paramenti e arredi sacri, quali ostensori, reliquari, croci processionali; la campanella originale risalente alla fondazione del convento di Valleverde e i ricami degli stemmi nobiliari dei Piccolomini, dei Peretti e di altri signori della contea celanese. Il Museo è arricchito dalle opere donate da collezionisti privati, come le opere di Giulio Ricci, ceramista del Novecento, donate dagli eredi. Una sezione è dedicata al pittore celanese Italo Mascitti.

Per le visite si potrà contattare telefonicamente la struttura: 0863 793054.   

Fonti:

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