Giustizia-Telefono Rosa: siglato Protocollo lavori pubblica utilità
Share0Oggi, sono 25.101 le persone che hanno potuto usufruire della messa alla prova (di cui 4.072 donne), mentre 24.987 sono le pratiche attualmente in lavorazione presso gli uffici di esecuzione penale esterna finalizzate alla concessione della misura. Numeri, destinati ad aumentare.
“Questo accordo – commenta la Presidente del Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli – ci consentirà di aiutare meglio le persone a comprendere il significato del loro comportamento, come si può arrivare ad uno stesso obiettivo senza violenza ma attraverso la parola e il dialogo. Un sostegno concreto, facendo loro vivere la realtà del Telefono Rosa, senza mai oltrepassare il limite del rispetto e della solidarietà. Alla luce di questo nostro incontro è emerso il grande lavoro che la Ministra Cartabia sta facendo con la riforma del processo penale. Il protocollo sarà uno strumento utile nella battaglia contro la violenza sulle donne. I soggetti che parteciperanno alla messa alla prova acquisiranno consapevolezza attraverso la formazione”.
Il protocollo nazionale consentirà di affrontare meglio la crescente richiesta di ulteriori posti per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità in settori a forte impatto sociale e soprattutto con l’entrata in vigore della riforma del processo penale, rappresentando pertanto un ulteriore e significativo progresso verso il potenziamento – anche in Italia – di un modello di giustizia di comunità in linea con le principali tradizioni europee.
Il Telefono Rosa, associazione di volontariato che si occupa di prevenire, segnalare e offrire supporto alle donne che subiscono violenze fisiche o psicologiche, da diversi anni si occupa anche di educare giovani al rispetto e alla parità di genere. Il lavoro di pubblica utilità potrà essere svolto presso le sedi dell’Associazione ma anche presso i centri antiviolenza, le ase rifugio e tutte le altre strutture che alla parte stipulante fanno capo o siano con essa in convenzione.
Il protocollo, di durata annuale e tacitamente rinnovato qualora non intervenga comunicazione scritta di disdetta, prevede che i soggetti ammessi ai lavori di pubblica utilità possano prestare fra l’altro attività nei confronti di alcoldipendenti e tossicodipendenti; a tutela del patrimonio culturale e archivistico; di manutenzione di giardini, parchi, ospedali e case di cura.