Maestro,dove abiti

Il brano evangelico di domenica 22 maggio (Giovanni 14, 23-29)

“Maestro, dove abiti?”
Il nome dato a queste note settimanali (che vorrebbero rappresentare un incontro di amicizia,
prendendo spunto dal testo del Vangelo della domenica) riprende il titolo di un libro della
RINDERTIMI scritto vent’anni fa: “Maestro, dove abiti?”. E’ la domanda che i primi due cercatori
di Gesù posero a quel personaggio così originale e unico che avevano incontrato.
“Venite e vedrete” fu la risposta. Come a dire: facciamo un tratto di strada insieme!
Il brano evangelico di domenica 22 maggio (Giovanni 14, 23-29) – proseguendo il tema della
novità cristiana iniziata dalla Pasqua – ci dà indicazioni su dove conduca l’itinerario accanto al
“Maestro”, cioè a scoprire dentro di sé e dentro la storia la presenza di un Dio che è misericordia del
Padre, comunione del Figlio e azione diversificata dello Spirito Santo.
Ci apre a una riflessione sulla Tri-Unità di Dio, che potrà meglio continuare nelle prossime feste di
Ascensione, Pentecoste e – appunto – Santa Trinità (festività sulle quali si fonda l’essere Chiesa
come popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, come riaffermato nel
documento conciliare Lumen gentium).
Il Vangelo di Giovanni ci ricorda come il principio normativo dell’esistenza nel tempo della Chiesa
e del cristiano – quello da cui troviamo la pace che il mondo non può togliere – sia l’obbedienza
(ob-audire = ascoltare attentamente e agire prontamente) alla Parola del Cristo. Ma ciò non
significa affatto una fedeltà letteralistica e formalistica, bensì una sequela condotta dall’energia
creativa e sempre rinnovante che viene dallo Spirito di Dio, il quale insegna e ricorda ogni cosa.
Vivere la parola di Dio nella dinamica dello Spirito Santo fa entrare nella PACE, una pace accolta
interiormente e dilatata nell’ampiezza degli spazi e dei tempi: una pace che si fa responsabile del
divenire del mondo.
Gesù, congedandosi dai suoi amici, li rassicura offrendo loro questa forza straordinaria – che
chiamiamo “Spirito Santo” – segno della sua presenza continuata nella storia universale.
E lo Spirito Santo (ancora troppo sconosciuto, talvolta dimenticato, il “parente povero” della
famiglia tri-unitaria) acquista tutta la sua importanza di Protagonista insostituibile quando si attenua
il soffio originario del Vangelo e si tende a sostituirlo con codici religiosi, regolamenti e norme
morali. Quando “cade” il vento impetuoso della follia evangelica, si leva l’aria gelida del
formalismo e dell’osservanza esteriore:la dimensione religiosa si fa rifugio psicologico,
conservatorismo, atteggiamento nostalgico e difensivo, barriera di separazione, accentuazione del
ruolo istituzionale che esige uniformità e fidelizzazione.
Gesù parla dell’azione dello Spirito in termini di memoria e fantasia: “vi ricorderà tutto ciò che vi
ho detto” e “vi annunzierà ogni cosa”. Ci fa guardare indietro, ricordare, ma ci obbliga a guardare
avanti per inventare, per anticipare.
Negli anni di una stagione passata (chi ha i capelli bianchi lo ricorderà) girava una definizione
folgorante: <> una composizione di due termini in opposizione: memoria e anticipazione.
Senza fantasia, la memoria diventa prigione. Senza memoria, anche la più fervida fantasia diventa
inutile astrazione.
Pensiamo alla ricerca della pace (non come la dà il mondo io la do a voi” – ricorda il brano di
domenica): quale fantasia evangelica stiamo coltivando nel tempo drammatico che attraversiamo?
Non era assolutamente banale quello slogan di studenti, lavoratori, donne e uomini che si
preoccupavano dell’avvenire, conoscendo le tragedie del passato: << la fantasia al potere >>!!!

Related posts

Il vangelo di oggi domenica 11 settembre -Luca (cap.15,1-32)

Redazione

Il brano del Vangelo di domenica 2 ottobre (Luca, 17, 5-10) pone due domande, collegate in successione: cos’è la fede che Gesù reclama? A cosa serve “quella” fede?

Redazione

La pace è nelle nostre mani – La pace non è un atto notarile,è un processo senza fine

Redazione

Leave a Comment