LA FACOLTÀ DI SCIENZE MOTORIE DELL’AQUILA : UN MODELLO PER L’INTERO PAESE
Share0professor Ferdinando DI iorio
Facebook 05/09/2021
Questa immagine che già in precedenza vi ho mostrato parlando della nostra grande Facoltà di Ingegneria, conteneva anche una Facoltà più piccola nelle dimensioni ma non meno importante : la Facoltà di Scienze Motorie . La storia di questa Facoltà è tutta aquilana . Recentemente in un convegno tenutosi a Celano per la presentazione del mio libro “Controstoria della Medicina “ , in cui si è sviluppato un interessantissimo dibattito che ha spaziato dal COVID fino alle problematiche del fine-vita e del suicidio assistito, il prof. Abramo Frigioni, ex ISEF , organizzatore dell’incontro , ha parlato ,con grande appropriatezza, del suo percorso culturale e professionale. Allora mi è sembrato necessario ricostruirlo perché ne restasse memoria . La nostra Città disponeva da tempo di un Istituto di Educazione Fisica (ISEF) , con sedi periferiche in Cagliari , Foggia e Cassino , e di cui io stesso ,dal 1990 al 1994 fino a che divenni Senatore della Repubblica, ho avuto l’onore di essere direttore . Da parte degli studenti veniva l’esigenza più che giustificata di diventare una facoltà universitaria , nonostante fino ad allora i diplomati ISEF si fossero rivelati eccellenti professori di educazione fisica . Da ex direttore , eletto in Parlamento , colsi immediatamente questa loro aspettativa . Il mio primo disegno di legge da senatore riguardava proprio la trasformazione degli ISEF in Facoltà di Scienze Motorie . Riuscii su questo ad aprire un ampio dibattito parlamentare e ,non senza qualche difficoltà, riuscii ad inserire nel 1997 il comma 115 dell’art. 17 della legge n. 127 (Bassanini bis) e successivamente nel successivo d.lgs. n. 178 del 1998. Con la realizzazione dell’anno integrativo molti “ISEFFINI ” completarono il loro bagaglio culturale e assunsero posizioni importanti nel mondo della scuola dando ovunque ottimi risultati . Quindi una storia tutta aquilana dalla struttura aquilana ISEF fino a chi ha fatto in modo che si realizzasse questo importante progetto culturale. So che spesso in molte parti d’Italia questo contributo viene ricordato e io ne sono molto orgoglioso.
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