Capistrello NOTIZIE

25 Aprile a Capistrello -L’intervento di Ilio Leonio presidente provinciale dell’Unicef (AQ)


Esprimiamo apprezzamento e gratitudine, come ANPI Marsica, al Sindaco e
all’Amministrazione Comunale per aver voluto celebrare, come è ormai tradizione, la festa
della Liberazione in questo luogo particolarmente rappresentativo dell’orrore nazifascista
nella nostra Marsica e ci associamo con pieno coinvolgimento alle espressioni autorevoli,
incisive e impegnate del Sindaco.
Siamo qui, in un momento segnato dall’incubo orribile e senza fine della guerra, degli eccidi
di massa, del genocidio ricorrente, per rendere onore alle trentatré vittime innocenti e
incolpevoli della follia e della barbarie nazista, manifestata sempre con la complicità vile e
infida del regime fascista.
Questo sacrario, che evoca un momento emblematico della crudeltà nazista nel nostro
territorio, nella nostra Marsica, rappresenta un luogo significativo di una sorta di geografia
dell’orrore e del dolore, che va dalle Fosse Ardeatine, a Marzabotto, a Sant’Anna di
Stazzema e a mille altre contrade d’Italia, in cui donne, bambini anziani inermi sono stati
trucidati in maniera ignobile e spietata. Questa geografia del terrore, talvolta perfino
negata, rimossa e dimenticata, non può essere ignorata e non può essere relegata
semplicemente a momenti celebrativi, in cui la mobilitazione delle coscienze si esaurisce
con la chiusura della manifestazione.
E allora siamo qui per ricordare che il sangue versato è sangue del nostro sangue; è il
sangue versato per tutti, per la democrazia e per la libertà di tutti. E siamo qui per dire in
modo chiaro e netto che il 25 aprile richiama un evento che è di tutti gli italiani, perché
rappresenta il momento nodale, da cui prende origine la nostra Costituzione democratica
e repubblicana. È un assurdo storico e politico affermare che quella del 25 aprile sia una
data divisiva: il 25 aprile è la data della coesione sociale e politica, perché, al di là delle
collocazioni, ci accomuna nelle parole fondamentali della convivenza civile: libertà,
democrazia, giustizia sociale.
E sia chiaro che ricordare semplici fatti storici non basta; il fatto storico è di per sé inerte e
improduttivo di atteggiamenti di mobilitazione delle coscienze; occorre attivare la memoria
storica, che esprime vitalità, dinamismo e forza perenne che ci spinge ad impegnare le
nostre migliori energie per respingere la violenza e camminare sui sentieri di pace.
E siamo qui per testimoniare un impegno saldo, forte, permanente perché lo spettro della
cultura illiberale, il pericolo dell’autoritarismo, la minaccia della violenza fisica e morale,
della censura, dell’intimidazione non alberghi mai più nella casa della democrazia. E
siamo qui per dire, a voce alta, che finché avremo forza, vita, voce noi ci saremo, con
lucida passione, con il cuore e con la mente, per la crescita e la diffusione di ideali di libertà,
di democrazia, di pace.
Ci sono momenti particolari nella vita di ciascuno di noi, nella storia dei popoli e
dell’umanità, in cui è necessario raccogliere tutte le energie e il coraggio per esprimere un
impegno forte e continuativo per la pace. Ebbene questo è un momento cruciale della
storia in cui ciascuno di noi deve farsi portatore e costruttore di pace ed assumere un
impegno forte e determinato ad essere noi pace. E dobbiamo esserlo anche come atto
d’amore per questi nostri fratelli, che sono qui ricordati, e come atto di riconoscenza per
chi, come il compianto Antonio Rosini, ha impegnato una vita per la ricerca della verità e
della giustizia e per chi, come il nostro Romolo Liberale, ha scritto parole eloquenti di pace
e d’amore per le vittime che oggi onoriamo.
Un pensiero particolare sento di doverlo dedicare, anche in rappresentanza dell’Unicef, di
cui sono presidente provinciale, ai tre minorenni trucidati in questo luogo, che stringiamo in
un abbraccio ideale ai 15.000 bambini uccisi a Gaza, ai 35.000 bambini uccisi ogni giorno
dalla fame, alle migliaia e migliaia di bambini morti nelle guerre negli ultimi anni, ai bambini
soldati mandati al massacro in molte aree dimenticate dell’Africa…
Pace. Pace per tutti i bambini innocenti, feriti, malati, malnutriti, soli, senza famiglia, che
attraversano una catastrofe di dimensioni epocali a Gaza, nello Yemen, in Ucraina, in
Afghanistan…
Ed è con questo spirito che diciamo viva il 25 aprile, viva la libertà, la democrazia, la pace,
la pace, la pace. La pace che deve vederci sempre come messaggeri, ambasciatori e
costruttori di unione, armonia, concordia.

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