Diari di pace -La pace impossibile…
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di Maurizio Cichetti
Una foto, entrata ormai stabilmente nei manuali di storia, immortala, più di tante
parole, il momento in cui fu, forse, maggiormente vicina una possibile coesistenza
pacifica tra israeliani e palestinesi. E’ il 13 settembre del 1993 e, accanto alla figura
di un soddisfatto e sorridente Bill Clinton, Yitzhak Rabin, primo ministro israeliano, e
Yasser Arafat, storico leader dell’OLP, l’Organizzazione per la Liberazione della
Palestina, si stringono la mano a suggellare quelli che sono conosciuti come gli
Accordi di Oslo, che poi avranno un seguito, due anni dopo, con i cosiddetti accordi
di Oslo 2. Una speranza, almeno parziale, di risoluzione del lunghissimo conflitto che
sarebbe stata, però, brutalmente azzerata quando, esattamente 28 anni fa, il 4
novembre 1995, Yitzhak Rabin venne assassinato a Tel Aviv. Erano le 21 e 30 e si era
appena conclusa, in una piazza della città che poi avrebbe appunto preso il nome di
piazza Rabin, una manifestazione organizzata proprio in favore di quel processo di
pace avviato dagli Accordi di Oslo. Fu un venticinquenne attivista della destra
radicale israeliana, Yigal Amir, a colpire con due colpi di pistola alla schiena,
uccidendolo, il primo ministro Rabin che, al termine della manifestazione, si stava
dirigendo verso l’automobile che lo attendeva. La morte di Rabin, che nel 1994 era
stato insignito del premio Nobel per la pace, rappresentò un duro colpo per un
processo di pace già difficile e che avrebbe ben presto conosciuto altri, ripetuti
momenti di tensione. La tragica e terribile violenza riemersa, con modalità
intollerabili, in queste settimane, non sembra altro che riproporre l’antico, triste
assunto di una pace sempre più lontana, forse impossibile.