Si fa presto a dire Marsica…
di Maurizio Cichetti
Puntuale -si diceva una volta- come una cambiale, l’autunno ormai incipiente
ripropone, tra gli altri, gli ormai abusati temi di una politica nostrana che riaccende i
motori, avendo stavolta alle viste il cruciale appuntamento delle elezioni regionali
della prossima primavera. Niente di nuovo sotto il sole, si dirà, senonchè i recenti e
malcelati attriti emersi tra le amministrazioni comunali di Avezzano e Celano per la
vicenda della Polizia locale unificata (al di là degli aspetti specifici e organizzativi che
ne hanno poi causato il naufragio) certificano in generale, ed una volta di più, come
sia risultato sempre storicamente arduo, e di fatto impossibile, il tentativo di fare
autenticamente “squadra” nella Marsica. Lontani -si badi bene- dall’attribuire
responsabilità a questo o a quello ed esulando dalla questione specifica sopra
ricordata, appare però innegabile come, nel nostro territorio, abbiano troppe volte
prevalso atteggiamenti di autoreferenzialità, un’attenzione al particulare, a scapito
di un progetto marsicano di ampio respiro che fosse in grado di rispondere alle
diffuse e diverse esigenze di una popolazione, quella marsicana, alle prese con
croniche inadempienze, da una sanità ridotta allo stremo, ad una agricoltura spesso
in ginocchio, da un comparto industriale dall’incerto futuro ad un terziario in
costante affanno. Tematiche a cui va aggiunta quella che, al momento, appare in
qualche caso l’emergenza prevalente, e cioè il forte deterioramento della qualità
della vita, testimoniato da una inquietante microcriminalità e dall’imperversare di
incontrollabili baby-gang. Tutti aspetti che richiederebbero un forte senso
identitario marsicano e che magari verranno adesso posti al centro dei diversi
programmi elettorali, salvo poi -temiamo- essere dimenticati il giorno dopo il voto…
