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Crisi climatica, caldo torrido e condizionatori: come fare?

fonte – https://ambientenonsolo.com/ – TALLURI MARCO

L’estate 2023 sta finendo e tutti/e abbiamo sperimentato il caldo torrido che si è prolungato a lungo, riscaldando le nostre case in modo insopportabile. Il bisogno di rinfrescarsi diventa quindi sempre maggiore, e sappiamo che si tratta di un fenomeno ad alto consumo energetico. Anche i dati Eurostat lo confermano: negli edifici aumentano i giorni nei quali è necessario il raffrescamento.

In presenza di ondate di calore prolungate si presenta, quindi, il problema di come mantenere gli edifici freschi in modo sostenibile. D’altra parte sappiamo che il troppo caldo (come il troppo freddo) sono fattori di rischio ambientale per la salute umana.

Una strada ineludibile è certamente quella di operare sull‘efficienza energetica degli edifici e l’uso sempre maggiore di energie rinnovabiliverso edifici ad elevata efficienza energetica. Si tratta di un percorso da intraprendere con decisione, ma che certamente richiederà tempi non brevissimi.

Ed allora risulta interessante la riflessione di Irene Ivoi, fautrice, anche in questo caso, di un approccio “nudge” per favorire comportamenti sostenibili.

“L’anno scorso ho dato fiato ai miei lamenti affermando che per me l’estate è diventata la stagione più pestifera dell’anno. (…) La ragione è semplice: il caldo è meno sopportabile e io meno tollerante rispetto al passato. Risultato: cresce l’industria del freddo. (…)

Ma noi, per proteggerci dal caldo, ci facciamo qualche domanda prima di accendere l’aria condizionata?

Forse nessuna!

Eppure il suo funzionamento si basa su un principio terribilmente egoistico (e poco green) visto che estromette aria calda a danno dei più per produrre fresco a vantaggio di un singolo/i.

(…) l’Agenzia Internazionale per l’Ambiente, nel rapporto “The Future of Cooling” del 2018, dice che nei prossimi 30 anni verranno vendute 10 nuove unità di condizionamento ogni secondo, portando il numero di unità di raffreddamento installate a livello globale a 5,6 miliardi entro il 2050”. 

Questo è lo scenario nel quale già siamo immersi.

E i ricchissimi dati in mostra sono inquietanti poiché fanno pensare anche a quanto l’esistenza dell’aria condizionata nella nostra vita diventerà sempre più un indicatore delle disuguaglianze tra ricchi e poveri nel mondo.

Siamo privilegiati noi nel potercela permettere (io per coerenza ho detto NO) ma la cosa più grave è che la consideriamo un optional scontato e irrinunciabile. Come l’autoradio in auto.

Questo è troppo.

Dovremmo usarla in modo meno agnostico, dovremmo avere il coraggio di farci delle domande prima dell’inesorabile click e chiederci quanti piccoli o grandi accorgimenti possiamo agire prima.

Questo, secondo me, è un immenso tema da nudge design, cioè immaginare delle spinte gentili capaci di aiutarci a comportarci meglio invece che pensare a divieti o tasse come unica soluzione (in questo caso peraltro impossibile o quasi).

Preferiamo arrivare ad un orizzonte distopico in cui ognuno di noi disporrà in un anno di un certo numero di Kwh, dopo il quale pagheremo cifre impensabili?

(…) Please, fermiamoci Prima.”

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