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Avezzano – Il borgo medievale di Pietraquaria

resti del borgo mediovale di Pietraquaria

Di Matteo Biancone

Il borgo medievale di Pietraquaria, il cui nome originale era Petram Aquarium, si formò sul Monte Salviano, a ovest di Avezzano, tra l’XI e il XII secolo durante il cosiddetto incastellamento medievale (processo di accentramento della popolazione avvenuto per sottrarsi alle ripetute invasioni con la costruzione di castelli fortificati che potevano includere l’intero centro abitato).

Giovanni Pagani nel suo libro “Pietraquaria e il suo Santuario dalle origini ai nostri giorni” racconta: “Sul menzionato monte, odoroso di salvia e di timo, sorgeva un tempo un castello, intorno al quale quasi appollaiate, si stringevano varie casa, formando così un paese, che si chiamava Pietraquaria”.

Il borgo medievale, edificato su una base rocciosa, è riportato in antichi documenti storici ed ecclesiastici anche come Petram Aquarium, Pietracquaria, Pietraequale e Petraquarola”

Il castello-recinto era vicino ai resti degli ocres italici del monte Cimarani e della cima San Felice e dal borgo poteva vedersi una torre di avvistamento situata su un contrafforte del monte Salviano. Il castello controllava la via che più in basso correva lungo il versante occidentale del Fucino e che a nord raggiungeva la via Valeria. Inizialmente il borgo era parte della Contea dei Marsi, mentre dopo la conquista normanna dell’Italia Meridionale appartenne ai Conti di Albe.

Nella bolla pontificia di Papa Clemente III del 1188 sono riportate come esistenti nel paese le chiese di Santa Maria, San Giovanni e San Pietro, il numero relativamente consistente di chiese fa pensare che il borgo di Pietraquaria fosse abbastanza vitale. Il citato Giovanni Pagani riporta che “le chiese di San Pietro e di San Giovanni, secondo quanto avverte il Brogi, sorgevano nei Casali omonimi, vicini a Pietraquaria e da essa dipendenti come se fossero frazioni, e la sola chiesa di S, Maria esisteva entro il paese”.

Il borgo tra il XII e il XIII secolo, pur dipendente dalla Contea di Albe, risultava comunque abbastanza indipendente da governare il territorio montano circostante, dal momento che era il più grande centro fortificato della zona, abitato da circa 650 persone.

Altra testimonianza dell’importanza dello scomparso paese di Pietraquaria è data dal Catalogo dei Baroni del Regno, compilato nel 1187 per ordine del Re normanno Guglielmo II, in occasione di un suo progetto di spedizione in Terra Santa, sempre Pagani riporta “Nel Catalogo si legge che Pietraquaria doveva fornire al Re, per la spedizione in Terra Santa da lui progettata, cinque soldati, oltre l’aumento e gli inservienti, mentre tutti gli altri paesi, compreso Tagliacozzo, ne davano meno di cinque, ad eccezione di Celano,… che ne dava 15, Pescina …8, Ortona dei Marsi 8, Venere 5.”

Nel borgo sorgeva una chiesa dedicata a Santa Maria, come sopra menzionato, che accoglieva un quadro della Madonna, venerata dagli abitanti del luogo e anche da quelli dei paesi vicini. Il borgo offrì sostegno a Corradino di Svevia che venne sconfitto nel 1268 nella battaglia di Tagliacozzo, così subì la distruzione ad opera delle truppe angioine e i suoi abitanti nel tempo si traferirono ad Avezzano. Anche Santa Maria finì in rovina e l’immagine sacra della Madonna rimase tra i resti della chiesa, ma la sua storia non sarebbe finita lì.

Secondo lo storico marsicano Muzio Febonio[1](https://centrogiuridicodelcittadino.com/?p=5502)  Pietraquaria è stato l’ultimo a scomparire tra i diversi vici presenti nell’area montana situata sopra Avezzano, ove dalla seconda metà del XIII secolo si riversarono i pietraquaresi e gli abitanti dei casali sparsi.

Il borgo di Pietraquaria fu gradualmente abbandonato e con esso anche i luoghi di culto, finendo totalmente abbandonato durante il 1400.

L’origine del nome di Pietraquaria (in dialetto marsicano Petraquale) sarebbe collegato all’esistenza sulla cima del monte Salviano di una fonte o, più probabilmente, di una cisterna sotterranea per la raccolta dell’acqua piovana.

Secondo lo storico marsicano Tommaso Brogi la conferma sull’origine del nome si è avuta nel corso dei lavori per l’ampliamento del piazzale antistante il santuario: durante lo scavo apparvero ben delineati dei vani-cisterna; furono inoltre rinvenuti dei canali pietrosi che si suppone servissero per scaricare l’acqua dai serbatoi.

Il “castello-recinto” “a pianta triangolare, situato tra 930 e 957 m s.l.m. è databile tra l’XI e il XII secolo. Il recinto successivo, dotato di piccole torri di forma rettangolare e di tre torri quadrate più grandi, presentava un ingresso verso i piani Palentini e uno con affaccio sul lago Fucino e la cittadina di Avezzano. L’area di interesse archeologico presenta le tracce di una neviera, di una cisterna e di alcuni edifici.

Dell’antico centro abitato medievale ci restano pochi segni visibili, come resti di mura in pietra che possiamo vedere passeggiando sui sentieri di Monte Salviano.

Fonti:

  • “Pietraquaria e il suo santuario dalle origini ai nostri giorni” di Giovanni Pagani, La Voce del Santuario di Pietraquaria, Sulmona, 27 aprile 1979.
  • “Avezzano e la sua Storia” di Giovanni Pagani, I Tipi dell’Abazia di Casamari (Frosinone), 18 marzo 1968.
  • “La Citta di Avezzano storia e segni di vita passata” a cura di Flavia de Sanctis, Avezzano, 2020
  • “Storia dei Marsi” libro terzo di Muzio Febonio, De Cristofaro Editore, Roma, 1991, traduzione italiana da “Historia Marsorum”
  • “Pietraquaria” da Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Pietraquaria
  • “Santuario della Madonna di Pietraquaria” da Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_della_Madonna_di_Pietraquaria 

[1] la cui biografia è stata qui pubblicata il 9 dicembre 2021

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