Il punto di vista del dottor Valerio Dell’Olio sulla situazione economica della Marsica a due anni dalla pandemia
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Il testo che riportiamo ha fatto da introduzione al convegno tenutosi il 20 aprile presso la sala “Antonio Picchi” del complesso ex ARSSA dal titolo ” Avezzano e la Marsica nelle prospettive di sviluppo della regione Abruzzo “
l’intervento del dottor Dell’Olio
Ringrazio tutti i presenti, in particolar modo la dottoressa Gismondi, il Consiglio dell’Ordine. Un cordiale saluto ai colleghi intervenuti, alle autorità politiche, ai funzionari della Regione e ai presenti in sala.
Perché si è giunti all’incontro di oggi?
La risposta è il momento storico: la pandemia e l’attuale terribile guerra in Ucraina
In primo luogo abbiamo ritenuto opportuno, come dottori commercialisti ed esperti contabili, fare il punto sulla situazione economica della Marsica proprio a due anni dalla pandemia e, soprattutto, abbiamo avvertito la necessità di riunire intorno a un tavolo tutti i protagonisti, sia gli attuatori che i costruttori di quello che sarà il futuro prossimo del nostro territorio in un momento che non è azzardato definire “storico”.
Impossibile non ricordare come la Marsica, per troppe volte, abbia perso dei “treni importanti” uno su tutti l’acquisizione di capoluogo di provincia, le cui conseguenze stanno riverberando i loro effetti in maniera decisa e incisiva ancora oggi.
Le risorse che verranno messe in campo, nei prossimi mesi e negli anni a venire, sono rilevanti ma non ricorrenti. Saranno i numeri, i capitoli di spesa, gli stanziamenti e i conseguenti interventi che indicheranno la scelta da compiere. Verrà scritto e tracciato il futuro del nostro territorio ma soprattutto verrà segnato il nostro destino e quello dei nostri figli.
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) comporterà interventi strategici senza precedenti, alcuni dei quali insisteranno direttamente e indirettamente sulla Marsica; si pensi, ad esempio, alla linea veloce Roma/Pescara. Altri capitali, ottenuti tramite i fondi europei PSR, POR FESR, POR FSE, ecc., saranno gestiti direttamente dalla Regione Abruzzo la quale, come Ente all’apice della programmazione territoriale, dovrà massimizzare gli effetti dell’allocazione delle risorse tenendo conto dello scenario nazionale ed europeo nonché delle peculiarità e delle vocazioni territoriali della regione.
Il Programma regionale Abruzzo, approvato pochi giorni fa dalla Giunta, finanziato dall’Unione europea, vale 1,08 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. Il programma costituisce l’asset finanziario più importante del bilancio regionale a sostegno della crescita infrastrutturale materiale, immateriale e sociale del territorio. Affinché tutto questo venga tradotto in interventi “utili” e “strategici” che rimangano nel tempo, e che diano lo slancio decisivo alla nostra regione e al nostro territorio portandolo verso i parametri in termini di PIL e di benessere delle regioni più evolute, occorrono tavoli e incontri come questo nei quali, in un processo virtuoso di osmosi, la parte pubblica, gli operatori economici, i professionisti e tutti gli altri stockholders possano scambiare informazioni, condividere obiettivi e mettere a punto strategie comuni. Tutto ciò al fine di raggiungere gli scopi prefissati consci del fatto che, come già evidenziato, ci troviamo di fronte alla responsabilità di assumere delle scelte che incideranno per i prossimi venti/trenta anni.
Quale è dunque il punto di partenza?
All’interno della nostra regione, che già nell’ambito del quadro nazionale ha delle sue caratteristiche particolari, il territorio della Marsica ha delle peculiarità che la differenziano. E’ necessario ricordare momenti di storia e alcuni dati. L’economia abruzzese ha avuto forti trasformazioni dal 1950, anno in cui è iniziato un grande progresso economico e sociale con conseguente aumento progressivo del PIL. Nel 2006 l’Abruzzo aveva il più alto PIL pro capite del Sud Italia, superando per tasso di crescita ogni altra regione.
A dare un forte impulso all’economia regionale ritengo siano state:
1) – le infrastrutture, in particolare la costruzione delle autostrade principali quali la Roma-Teramo (Autostrada A24) e la Roma-Avezzano-Chieti (Autostrada A25) che hanno aperto la regione a nuovi investimenti. Molte infatti le aziende e le multinazionali che hanno stabilito le loro industrie in varie località dell’Abruzzo; nel 1973 i giornali, sia i nazionali che gli europei, pubblicavano la peculiarità di una piccola regione nella quale veniva prevista la costruzione di ben due autostrade. La forza della politica!
2) – l’inserimento della Regione nell’ambito degli interventi europei ricompresi nell’Obiettivo 2 prima, e l’ 87.3.c poi.
Da quegli anni l’economia abruzzese e la struttura produttiva si è radicalmente trasformata: prima poggiava principalmente sul settore dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca per poi spostarsi, quasi completamente, sull’industria, sul settore terziario e dei servizi, infine sul turismo. Anche sulle agevolazioni finanziarie, ovvero l’accesso al credito come le cooperative di garanzia, per tali tipi di attività la regione ha svolto e dovrà svolgere un ruolo fondamentale principalmente in questo particolare periodo.
Bisognerebbe soffermarsi e chiedersi se ci sono altri ambiti regionali (non meno importanti) che incidono sull’ economia della Marsica. A mio parere la Regione può influire significativamente in quanto è protagonista diretta, o tramite i propri enti strumentali, in determinati settori quali:
- la SANITA’. La soppressione dei servizi sanitari su un territorio come il nostro comporta inevitabilmente il progressivo spopolamento degli abitanti. La Regione ha annunciato la costruzione di un nuovo ospedale, ciò è da ritenersi sicuramente fattore positivo, ma prima della sua realizzazione si dovrebbe provvedere al mantenimento dei reparti e dei servizi essenziali dell’attuale nosocomio e non al loro trasferimento/accorpamento nel capoluoghi di provincia fino alla zona costiera. Esistono due ospedali importanti a Pescara e a Chieti, divisi tra loro da pochi km; al contrario ben pochi sono i servizi essenziali nelle zone della Marsica e della Valle Peligna. Logiche le conseguenze. Si è purtroppo constatato quanto è successo durante il periodo covid ad Avezzano e dunque l’importanza della medicina territoriale.
- L’ENTE D’AMBITO E CONSORZI ACQUEDOTTISTICI. Il PNRR ha dedicato una parte importante dei propri interventi sull’efficientamento delle reti idriche. La Regione dovrebbe soffermarsi sulla valutazione delle differenze esistenti tra i vari territori, differenze orografiche, che incidono in maniera davvero significativa, anche a livello energetico, nelle vari zone regionali. Quanto costa da un punto di vista energetico sollevare l’acqua in un territorio montano? E’ paragonabile al costo che sostiene un consorzio acquedottistico in un territorio in pianura o costiero ?
- L’EDILIZIA POPOLARE (ATER). L’edilizia economica e popolare costituisce senz’altro un altro volano per l’economica abruzzese. La normativa del 110% ha riservato alla aziende ATER delle facilitazioni in termini di tipologie d’interventi; nella Marsica, tuttavia, non si conosce il dato di quali e quanti interventi si siano effettuati. Sappiamo tutti la spinta che deriva dall’edilizia nell’ambito dell’economia locale. In realtà non si ha conoscenza di quali interventi sono stati fatti o quali sono in programma da parte della Regione. Personalmente non ne ho visti.
- I TRIBUNALI MINORI. La Regione ha avuto, ed ha, un ruolo importante con la cosiddetta “Commissione Paritetica” sulla questione dei tribunali minori (Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano). E’ inutile sottolineare l’importanza (anche economica) di tali presidi nel contesto socio-economico di un territorio. La proposta, dal mio punto di vista, è stata salomonica: si è deciso di fare una risoluzione contenente la salvaguardia di tutti e quattro i presidi, rivelatasi però molto deludente in quanto, difficilmente, potranno essere mantenuti in vita tutti. Forse una scelta andava fatta, dolorosa ma doverosa, era necessario decidere. La politica d’altronde è chiamata a fare scelte.
- Le AREE INTERNE/TURISMO. Per concludere la Regione ha, o meglio dovrebbe avere, il ruolo di favorire e riequilibrare il dislivello tra le aree costiere e le cosiddette aree interne. Questa funzione viene svolta, o meglio, il tentativo di riequilibrio è avvenuto e avviene effettivamente? Direi di no.
Senza dilungarmi oltre modo, desidero citare alcuni passaggi del discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alcuni giorni fa. Leggo testualmente:
“Il PNRR è occasione significativa per riprogettare il Paese, per il cambiamento, per ridurre ed eliminare i divari tra realtà urbane e le aree interne… Le ridotte opportunità nelle aree interne configurano un indebolimento dei diritti di cittadinanza”.
Grazie.
Intervento del dottor Valerio Dell’Olio al convegno organizzato dai dottori commercialisti ed esperti contabili della marsica dal titolo ” Avezzano e la Marsica nelle prospettive di sviluppo della regione Abruzzo”